Il Centro studi di Viale dell'Astronomia "Crescita a partire dalla metà dell'anno Lavoro, si perderanno 500 mila posti"
ROMA
Le stime di Confindustria sono molto distanti da quelle del Governo che prevede per il 2009 un Pil in calo del 2% e nel 2010 in ripresa dello 0,3%. La revisione all’ingiù delle previsioni «è interamente spiegata - sottolinea il Csc - dalla marcata contrazione dell’attività nella seconda parte del 2008, che ha lasciato una eredità negativa di quasi due punti, e nella prima del 2009». Negli ultimi due mesi, infatti, la produzione industriale è calata molto e gli indicatori, dagli ordini alla fiducia nel manifatturiero «suggeriscono che non ci sarà una svolta prima dell’estate». Alla fine del primo trimestre è pari a -3,3% la variazione acquisita del Pil. Nel profilo trimestrale elaborato da Confindustria, il punto più basso della recessione viene toccato nel secondo quarto del 2009, con una perdita cumulata del 5% dal picco di espansione precedente (primo trimestre 2008). La variazione tendenziale risulta di -4,6% nel primo trimestre 2009, il valore peggiore, per poi risalire a -1,5% a fine 2009 e a +1,2% a fine 2010.
«Scommettiamo - afferma comunque Paolazzi - in una ripresa nella seconda metà del 2009, anche se debole». Ci sono, infatti, una serie di fattori che giocano a favore di un riavvio dell’economia nella seconda metà dell’anno: dal rilancio dell’export agli investimenti fino al ripristino delle scorte. Quanto alle famiglie i consumi torneranno a salire solo nel 2010 (+0,9%) dopo il -1,4% nel 2009 causato dalla perdita dei posti di lavoro. L’inflazione si attesterà allo 0,8% quest’anno per poi tornare a salire all’1,5% nel 2010 quando sarà esaurito l’effetto delle flessioni delle materie prime.
Sul fronte della produzione industriale «timidi recuperi» si vedranno solo in estate. Dopo il crollo nel quarto trimestre 2008 (-7,6%) e un calo analogo nel primo del 2009, i benefici degli incentivi statali e la ricostituzione delle scorte rallenteranno la caduta dell’attività industriale nel prossimo trimestre e la ripresa della domanda mondiale darà poi un ulteriore slancio.
La ripresa, comunque, si potrà agganciare solamente se non verrà bloccata l’erogazione del credito. «Lo scioglimento del nodo del credito - afferma Confindustria -è tanto più necessario in quanto negli ultimi mesi sono diventati evidenti i segnali di stretta selettiva nei prestiti bancari». In Italia i prestiti erogati alle imprese sono in forte rallentamento: +6,4% a gennaio 2009 (+12,8% un anno prima). Anche quelli alle famiglie sono in calo: -0,5% a gennaio su base annua. Infine le condizioni di accesso al credito sono peggiorate per il 40,2% delle imprese a febbraio 2009 (indagine Isae) con l’8% che non ha ottenuto il finanziamento richiesto.
In generale, secondo Paolazzi, per la ripresa «la variabile chiave è la fiducia». Ecco perchè «non fanno bene tutte quelle cose che vanno a creare la sfiducia».
Fpnte:http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200903articoli/42259girata.asp
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