
Il rimorchiatore italiano Buccaneer sequestrato sabato dai pirati nel golfo di Aden con a bordo sedici persone dell'equipaggio - di cui 10 italiani, cinque romeni e un croato - ha raggiunto le coste somale ma per adesso non è giunta ancora nessuna richiesta di riscatto. Lo ha riferito Andrew Mwangura, responsabile del programma di assistenza marittima per l'Africa Orientale. Il rimorchiatore «ha raggiunto la costa, ma non sappiamo dove», ha detto Mwangura. La Farnesina continua a mantenere «il massimo riserbo» sulla vicenda.
I componenti dell'equipaggio starebbero bene, ha riferito Silvio Bartolotti, general manager della Micoperi Marine Contractors di Ravenna, proprietaria della nave. «Ci sono contatti con nazioni limitrofe che dicono che non ci sono problemi», ha spiegato Bartolotti ai microfoni del Gr regionale Rai. «Non ci aspettavamo l'assalto, per la povertà del trasferimento dei mezzi navali. La cosa ci ha meravigliato», ha aggiunto. «Abbiamo osservato tutte le procedure, i contatti con la nave avvenivano due volte al giorno e veniva controllata la rotta».
«Noi auspichiamo - ha detto ancora Bartolotti - che la presenza militare internazionale abbia anche quegli strumenti tecnici ed elettronici per poter monitorare la situazione minuto per minuto».
Sull'equipaggio, Bartolotti ha riconfermato che si tratta di «persone la cui professionalità è ben conosciuta, e questo ci conforta, perchè è gente che sa tenere i nervi saldi. Ci dispiace far vivere loro una Pasqua di questo genere, ma la stiamo vivendo molto male anche noi in azienda».
Secondo uno dei capi dei pirati - contattato dalla France Press a Eyl - il rimorchiatore dirigeva verso le coste del villaggio di Lasqorey, nella regione autonomista somala del Puntland. Intanto la fregata Maestrale della Marina militare italiana ha raggiunto l'area del Golfo di Aden. La nave, secondo quanto riferito, è adesso in attesa di disposizioni da parte dell'Unità di crisi della Farnesina, che opera in coordinamento con la missione dell'Unione europea anti-pirateria Atalanta.
I leader somali, infine, hanno ripreso oggi le trattative con i pirati che da mercoledì scorso tengono in ostaggio il comandante americano Richard Phillips. Navi da guerra ed elicotteri Usa tengono sotto stretto controllo il battello da salvataggio dove si trovano Phillips e i suoi quattro sequestratori. Un leader del villaggio di Garacad, situato 600 chilometri a nord di Mogadiscio, nel Puntland, ha fatto sapere che i «leader locali hanno lasciato il villaggio verso la mezzanotte di sabato per riprendere i negoziati. Spero che il comandante venga liberato».
Interpellato sullo stato della trattativa, ha risposto: «Siamo ancora a un punto morto. Ieri, i pirati hanno chiesto di essere rilasciati dopo aver liberato il comandante, mentre gli americani hanno detto di volerli consegnare alle autorità del Puntland. Per questo i negoziati sono falliti». Intanto, il cargo Maersk Alabama comandato da Phillips è giunto la scorsa notte nel porto di Mombasa, in Kenya, con i suoi 19 membri di equipaggio. Non è chiaro invece dove si trovi esattamente il battello con Phillips e i quattro sequestratori. Un pirata che afferma di essere in contatto con l'imbarcazione, Ahmed Mohamed Nur, ha detto che i predoni hanno fatto sapere che «elicotteri continuano a volare sulle loro teste notte e giorno e che si trovano sotto il controllo di una nave da guerra». Tuttavia, «non sappiamo dove si trovi esattamente il battello».
Nell'ultima settimana, i pirati somali hanno attaccato sette navi: il 4 aprile sono stati catturati un veliero francese, Tanit, liberato venerdì scorso in un blitz delle forze francesi, e un portacontainer tedesco; il 5 aprile è la volta di un rimorchiatore yemenita; il 6 aprile vengono presi di mira un peschereccio di Taiwan, Winfar 161, e un cargo britannico, Malaspina Castle, il cui armatore è italiano; l'8 aprile è la volta del cargo danese Maersk Atalanta; quindi, ieri, il rimorchiatore italiano.
Nel 2008, i pirati hanno attaccato più di 130 navi al largo della Somalia, facendo registrare un aumento di oltre il 200% rispetto all'anno precedente, stando alle cifre dell'Ufficio marittimo internazionale. Di fronte a questa escalation della pirateria al largo della Somalia e nel golfo di Aden, una delle vie marittime più trafficate al mondo, numerosi Paesi hanno spedito navi da guerra nella zona. I pirati hanno risposto lanciando i loro attacchi sempre più in profondità nell'Oceano Indiano.
Fonte:http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/04/Aden-Golfo-Pirati-Buccaneer-Maestrale.shtml?uuid=81e1e0ec-2763-11de-90b6-e582ea23ac07&DocRulesView=Libero
12 aprile 2009