lunedì 13 aprile 2009

Somalia: liberato capitano americano.

Blitz delle teste di cuoio americane su una scialuppa alla deriva dove si erano rifugiati i bucanieri.

NAIROBI – Un commando di teste di cuoio americane, dopo l'autorizzazione del presidente Barack Obama, con un blitz ha salvato Richard Phillips, il comandante del mercantile Alabama attaccato mercoledì dai pirati somali nel golfo di Aden e sfuggito al sequestro grazie alla rivolta dell’equipaggio, tutto americano. Nella battaglia a bordo il comandante Phillips era rimasto prigioniero dei bucanieri, che l’avevano trascinato con loro su una scialuppa di salvataggio. L’imbarcazione ha vagato senza carburante alla deriva a 300 miglia dalla costa, guardata a vista da due navi da guerra Usa. Domenica pomeriggio l’attacco delle forze speciali Usa. La notizia è stata data dalla Cnn che ha citato una fonte non identificata del Pentagono. L’emittente ha specificato che dei quattro pirati che tenevano prigionieri Phillips tre sono stati ammazzati, il quarto è stato catturato. Nello scontro a fuoco anche il comandante dell’Alabama è stato ferito. All’agenzia Reuters, l’ufficiale John Daniels della marina americana ha confermato la liberazione del prigioniero ma non ha saputo dire se il rapporto della Cnn fosse corretto o meno.

BUCCANEER - Domenica mattina elicotteri provenienti dalle navi da guerra statunitensi che stazionano davanti alle coste dell’ex colonia italiana, hanno sorvolato i villaggi dove si annidano le gang di bucanieri. Secondo testimonianze raccolte al telefono dal Corriere della Sera, la gente a terra è scappata temendo un raid dall’alto. Il rimorchiatore d’altura italiano Buccaneer, con a bordo dieci connazionali, un croato e cinque rumeni, catturato sabato dai pirati nel golfo di Aden, si sta dirigendo verso le coste somale ma – a differenza di quanto assicurano alcuni rapporti - non ha ancora gettato le ancore da nessuna parte. Secondo Abdi Ghan, giornalista che risieda a Bosaso, il porto principale del Puntland, la regione semiautonoma del nord della Somalia ex italiana, «la nave si sta dirigendo verso sud, cioè Garad, Eyl, Obbia o Harardere, i centri dai quali i pirati conducono le loro operazioni». Abdi è stato sentito al telefono dal Corriere.

CONTATTI - Con il nostro giornale ha parlato domenica sera da Harardere anche Shek Nur, un uomo, diciamo così, vicino ai pirati: «Non abbiamo ancora visto il rimorchiatore italiano, che ci risulta attualmente in navigazione. Occorrerà almeno una giornata per averlo qui di fronte». Anche la fregata Maestrale che è entrata nelle acque del Corno d’Africa sta inseguendo il battello, che è di proprietà della compagnia marittima di Ravenna Micoperi. Silvio Bartolotti, uno dei titolari della Micoperi, ha affermato di non aver più avuto contatti con il suo equipaggio e di non aver ancora ricevuto nessuna richiesta di riscatto.

BRACCIO DI FERRO - L’attacco al rimorchiatore italiano è avvenuto nel momento in cui americani e pirati somali erano impegnati in un durissimo braccio di ferro, la cui posta in palio era la vita di Richard Phillips. I pirati avevano chiesto aiuto ai loro compagni a terra, i quali avevano mosso una nave tedesca sequestrata per raggiungerli e tirarli a bordo. L’operazione non era riuscita. Fonti diplomatiche a Nairobi avevano anticipato il blitz. «A bordo delle navi americane», avevano sottolineato, «ci sono anche uomini rana, che potrebbero colpire in qualunque momento». E infatti domenica pomeriggio sono passati all’azione. Gli americani non potevano permettersi che l’ostaggio fosse portato a terra dove tutto sarebbe stato più difficile. La voce che circola a Nairobi è che ora potrebbero colpire le basi del pirati sulla terraferma: a Garahd, Eyl, Obbia e Harardere, proprio nei porti dove si sta dirigendo il rimorchiatore italiano.

Fonte:http://www.corriere.it/esteri/09_aprile_12/somalia_libero_capitano_alberizzi_a92088a0-278d-11de-8b6f-00144f02aabc.shtml

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